lunedì 6 giugno 2022

Non mi scordo di te


Come stai? No, come stai davvero se è possibile "stare" lì dove ti trovi. Mi è difficile immaginarti, quanto tempo è passato? Tantissimo da non poterci credere. Se penso a quanto siamo stati insieme e a come abbiamo vissuto quel tempo mi struggo di malinconia. Con te ho fatto tra le cose più pazze della mia vita e se penso a chi sei la questione si fa ancora più incredibile. Mi domando spesso, ogni volta che ti penso, se davvero tutto finisce. Perché l'amore che ci legava era così intenso che avrebbe dovuto resistere anche a questo contrattempo, invece io non ti sento più. Magari è colpa mia, forse non sono abbastanza sensibile e mi lascio sfuggire i tuoi segnali. 
Non dirmi che eri in quella goccia che all'improvviso ha deviato la sua direzione divergendo dalle altre... Me ne sono accorto e l'ho seguita finché non è diventata piccola piccola e si è fermata sul bordo della finestra, eri tu? Devo essere più attento, anzi no, devo essere più fiducioso, anzi no, devo essere più innocente. Ma l'innocenza prevede di non essere consapevoli e io sono escluso in partenza. Dovrei trovare il modo di rinnovarmi, di purificarmi per tornare ad essere innocente. Come si fa? Ci vuole un prete, un rabbino, un santone, un viaggio, una penitenza, un sacrificio, un voto, una confessione, un pellegrinaggio, un altro battesimo? Oppure ti raggiungo io e finalmente scopro la verità. Finalmente avrò modo di capire se mi ami o mi hai soltanto amato. Pensavo fosse complicato solo quì, che dopo sarebbe stato più semplice, che si acquisissero dei poteri per fare cose straordinarie. Immaginavo un'esistenza di libere scelte ingiudicabili, credevo ci sarebbe stata una progressione del tempo dentro il quale si potesse essere se stessi, con la possibilità di andare e venire dall'una all'altra parte per sistemare le cose. Mi hai dimostrato che non è così o, ancora una volta, che sono io a non vedere. E' che abbiamo lasciato tanto in sospeso; rimpiango il tempo in cui avrei potuto ma ho rimandato. Ho un baule ricolmo di cose per te, hai perso gran parte della mia vita e io della tua. Che cosa "fai" mentre io vivo? Non posso credere che non senta la necessità di venire a cercarmi. Ho bisogno della tua approvazione per questa vita, ho voglia di dirti che persona sono diventato. Tu e soltanto tu puoi emozionati di fronte ai miei pensieri, come quella volta, ricordi, quella volta che scrissi un biglietto a me stesso e tu ridendo mi dicesti che ti facevo paura. Io, forse per la prima volta, scrissi quello che sentivo e tu, nella tua innocenza d'animo, ti accorgesti che avevo assunto un'identità. La riconoscesti subito perché eri l'unica in grado di poterlo fare. Oggi, a conoscermi, impazziresti per me. Trascorreremmo notti intere sul balcone davanti al nostro mare a rompere quei silenzi che ci piacevano tanto con discorsi presi nel mezzo, come se fossero racconti a poche pagine dalla fine.

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Epilogo

  La prima immagine di quella giornata è il mio viso riflesso nello specchio del bagno della casa in cui sono nato, quella in via Cristoforo...